Chef Giorgio Abate: “La mia cucina? Tradizione e sperimentazione”


Giorgio Abate

Lo chef Giorgio Abate di Modica, 21 anni, è un talento emergente della cucina siciliana. Capace di coniugare nei suoi piatti tradizione e innovazione, ci racconta della sua passione per la cucina nata nel panificio della nonna, dove ha cominciato a mescolare i primi ingredienti. È, attualmente, al centro della campagna “A tavola con lo chef” dell’azienda Fidagel e ci spiega come la cucina può diventare un momento di condivisione familiare, proponendo ricette gustose per le feste. Ha grande rispetto per la materia prima e crede nell’importanza della presentazione di un piatto, perché rappresenta uno stato d’animo. Oltre alla passione per la cucina, possiede l’interesse per la scherma, per la lettura e per il Giappone.

Come nasce il progetto e la collaborazione con Fidagel?

Con l’azienda Fidagel c’è stata fin da subito un’intesa. Il contatto è avvenuto online, vista la situazione di emergenza sanitaria, e immediatamente è nata l’idea della collaborazione e della proposta di una cucina giovane da proporre nel periodo delle feste natalizie. Abbiamo lavorato attivamente e ci siamo posti degli obiettivi, veicolando sui social network le ricette per poi coinvolgere il consumatore. Ho avuto piena libertà di scegliere tra i prodotti per creare le ricette che sono state pubblicate sia sul sito Fidagel, che sulla pagina Facebook dell’azienda. Il progetto online che ha avuto un immediato riscontro tra gli appassionati di cucina e tra coloro che desiderano trascorrere dei momenti di condivisione familiare e di armonia. Una ricetta, infatti, può diventare un momento da trascorrere insieme davanti ad ingredienti e fornelli, un momento per stare uno accanto all’altro in un periodo in cui si è costretti a stare a casa.

Quali sono i prodotti che ha scelto di utilizzare per queste ricette?

Ho utilizzato le cinque referenze Fidagel: il polpo, il gambero rosa, il pesce spada, il merluzzo e le vongole.

Come si è sviluppata la sua passione per la cucina?

Fin da piccolo a Modica frequentavo il panificio di mia nonna, dove sentivo i profumi del pane e dei biscotti appena sfornati. Lì mi dilettavo nelle mie prime prove mettendo proprio le mani in pasta e mescolando gli ingredienti. Poi ho continuato, iscrivendomi alla scuola alberghiera e diplomandomi nel 2018. Ho frequentato vari corsi di specializzazione e di aggiornamento e ho partecipato a vari concorsi, sia a livello regionale che nazionale, raggiungendo il quarto posto al concorso “Trofeo In Food” rilasciato da FIC Valle D’Aosta.

Ricorda dei piatti tipici della tradizione siciliana che venivano cucinati in casa?

Certamente, non mancavano mai i ravioli col sugo e la pasta in brodo con le polpettine di carne.

In questo periodo di pandemia, sappiamo che la situazione di crisi ha coinvolto anche i ristoratori. Come coinvolgete i clienti?

Al momento lavoro presso il ristorante Il Convivio di Modica e le posso dire che non ci siamo mai fermati. Anche se ci sono periodi in cui i clienti non possono consumare il cibo a tavola, lavoriamo con i prodotti da asporto, e sono molto richieste anche le pizze e una nostra specialità chiamata “Crunch”, una sorta di focaccia molto croccante, ripiena di verdure di stagione. All’interno del ristorante abbiamo un orto biologico e utilizziamo le verdure del luogo. Pensiamo anche al futuro, quando il cliente ritornerà all’interno dei nostri locali e quindi stiamo lavorando a nuovi piatti e nuove sperimentazioni per farci trovare sempre pronti al momento della riapertura.

Durante le feste spesso resta del cibo, lei è favorevole ad una seconda vita di un piatto?

Certo. Io sono del parere che non occorra sprecare cibo. Ci sono molti alimenti che si possono riutilizzare e conservare qualche giorno in più. Ad esempio, a Modica, durante le feste si preparano in grandi quantità delle specialità tipiche, dette “buccatelle” , una sorta di focacce chiuse e ripiene di cavolfiore e salsiccia. Quando rimangono, vengono poi riproposte passate in padella con un filo d’olio.

Qual è il suo piatto preferito?

Io amo mangiare tantissimi cibi, ma il mio piatto preferito resta la pasta al forno.

E il piatto che preferisce cucinare?

Non ho un piatto che preferisco in assoluto, mi piace sempre sperimentare. Ciò che non deve mai mancare sono i fondi di carne, verdure o pesce, che danno un sapore particolare al piatto. Posso dire che non amo cucinare le frattaglie.

Come si svolge la giornata tipica di un cuoco?

Molti credono che il lavoro di un cuoco si svolga solo all’interno del ristorante e davanti ai fornelli. Invece c’è una preparazione dietro, un continuo aggiornamento e poi ci sono i contatti coi fornitori della merce, la giornata di lavoro comincia presto.

Lei è molto giovane, le piacerebbe sperimentare nuovi progetti?

Sì, uno dei miei sogni è quello di recarmi in Giappone, un luogo che mi ha sempre affascinato dal punto di vista culturale e culinario. Mi piacerebbe fare un’esperienza lavorativa lì e poi tornare in Sicilia portando nuove conoscenze.

Articolo Precedente Capelli: come schiarirli. Focus sull'argilla decolorante
Articolo Successivo Brigata d’Arte Sicilia Teatro: l'abbraccio virtuale agli spettatori

Scrivi un Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *