Cuore pulsante dell’Albergheria è oggi il mercato storico di Ballarò. Tra i vari vicoli del mercato si trovano dislocate le botteghe dei maestri, essi stessi contenitori d’eccellenza, portatori di infinite sfaccettature antropologiche, fascinazioni gastronomiche e caleidoscopici colori dei suk arabi. Il percorso continua all’interno del Complesso Monumentale di Santa Chiara, sorto
![Giornata nazionale del trekking urbano. Chiesa del Carmine maggiore](https://www.siciliaedonna.it/wp-content/uploads/2015/10/carmine-maggiore-225x300.jpg)
come convento di clausura nel XIV secolo, viene riconfigurato durante i secoli, conservando ancora suggestive tracce storico artistiche, tra cui anche un vasto brano di mura puniche all’interno del teatro salesiano, databili tra il V ed il VI secolo a. C. risultano essere un’ulteriore testimonianza del complesso pluristratificato dell’antica Panormus.
La chiesa di San Nicolò all’Albergheria è l’antica parrocchia del quartiere, situata nella parte a monte di piazza Ballarò. Salendo sulla Torre di San Nicolò si scopre il più bel panorama della città vecchia, monumento significativo dal quale è possibile ammirare tutto il centro storico dall’alto: il luogo ideale dove la maestà di ieri e l’irruenza di oggi si congiungono meravigliosamente!
Attraversando il mercato si giunge a piazza Carmine, un grande allargamento irregolare, dominato dal grande cupolone simbolo della sfarzosa chiesa barocca e dall’annesso convento della chiesa del Carmine Maggiore. La cupola è la più bella in assoluto a Palermo, visibile da ogni parte della città antica si impone allo sguardo dello spettatore.
![Giornata nazionale del trekking urbano. Vicoli di Palermo](https://www.siciliaedonna.it/wp-content/uploads/2015/10/passeggiate-a-ballaro-giornata-del-trekking-urbano-2-225x300.jpg)
Al suo interno la chiesa conserva pregevoli manufatti artistici che vanno dal XV al XIX secolo, tra cui un quadro del Novellli e Tommaso De Vigilia. Particolarmente affascinanti sono le colonne tortili realizzate nel 1683 da Giacomo e Giuseppe Serpotta, che traggono ispirazione dal ben noto baldacchino del Bernini. La maestria e grazia dei Serpotta si concretizza in un manto dorato con motivi decorativi, in cui, in un microscopico meraviglioso universo, vengono raccontate scene della Vergine e di Cristo.
L’oratorio del Carminello fu edificato alla fine del ‘500 con finanziamenti aristocratici ed è stato per secoli un oratorio dei carmelitani, che vi si riunivano per le preghiere. Fino ad un secolo fa veniva adibito a cimitero, come si può notare dalla cripta sottostante, ad esclusivo uso della confraternita. Contiene alcuni stucchi del grande Giacomo Serpotta (“La Natività” e “Il Riposo in Egitto”) oltre a stucchi di Giovanni Serpotta. Esternamente la mole compatta dell’oratorio e la semplicità della facciata di pietra tufacea, in cui emergono solo le sobrie cornici delle finestre e del portale, non rivelano la ricchezza decorativa degli interni.
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