Antonio Bonanno, il fascino dei Mustacchi


Nella foto Antonio Bonanno, autore di Mustacchi
Nella foto Antonio Bonanno, autore di Mustacchi

“Mi chiamo Antonio Bonanno e da bambino volevo diventare un cavaliere della tavola rotonda, lasciare un segno. Ci sono riuscito”. Il suo gioco preferito era una matita, che gli ha permesso di lasciare non uno, ma tanti segni. Oggi Antonio Bonanno la matita la usa forse un po’ anche per gioco, ma per lo più per professione. Il suo campo di battaglia è un tavolo pieno zeppo di carte e strumenti per disegnare. Antonio Bonanno schizza, crea, dà forma alla sua fantasia. E scrive. Il disegnatore catanese fa promozione pubblicitaria per la Salani editore e illustra copertine di libri per varie case editrici. Oggi si presenta con un suo personalissimo lavoro Mustacchi, edito in Italia da Logos.

Antonio Bonanno, come nasce Mustacchi?

“Il progetto nasce quasi per caso circa 2 anni fa, quando un appassionato d’arte e di fotografia, mi chiese di realizzare un’illustrazione per lui: nacque così quella che nel libro s’intitola “Baffi impressionanti”, in cui macchine fotografiche d’epoca svolazzano davanti a un uomo con i baffi. Documentandomi sui modelli, rimasi affascinato dai soggetti di vecchie foto d’epoca vittoriana realizzate con le prime dagherrotipo, notai così che molti portavano dei bellissimi baffi all’insù. Essendo anch’io un “portatore sano di barbigli”, decisi di realizzare delle illustrazioni per una mostra a tema. Dall’idea di realizzare una personale al creare un libro abbinando un piccolo testo che raccontasse la storia di questi personaggi suggestivi, il passo è stato breve”.

Nella foto Antonio Bonanno accanto al suo autoritratto
Nella foto Antonio Bonanno accanto al suo autoritratto

C’è un motivo preciso per cui è stato pubblicato prima in Francia e poi in Italia?

“L’illustrazione, soprattutto per ragazzi, è molto sentita in Francia, fa parte della loro cultura. I genitori e le scuole portano i bambini a visitare le fiere e i musei a tema fin da piccoli, ed è proprio in uno di questi saloni del libro che ho conosciuto una delle tante case editrici francesi, l’Éditions du Lampion, che si è subito interessata al progetto”.

Il signor Dupré di Antonio Bonanno
Il signor Dupré di Antonio Bonanno

C’è differenza tra le due edizioni?

“No, sostanzialmente le due edizioni sono identiche. La Logos, una delle più autorevoli case editrici italiane di libri illustrati, ha apprezzato il libro e ha acquistato i diritti dall’editore francese, sposando in pieno sia il progetto grafico che il formato”.

Nella foto la copertina del libro Mustacchi di Antonio Bonanno
Nella foto la copertina del libro Mustacchi di Antonio Bonanno

Nasce prima la storia e o il disegno?

“Non saprei dire, trattandosi di un mio progetto mi sono fatto guidare dall’ispirazione. A volte avevo una bella storia da raccontare e la raffiguravo nel mio stile “vintage”, altre volte, tra un tratteggio e l’altro, mi veniva in mente una situazione, un’immagine, lo spunto per inventare una storia”.

I racconti sono in qualche modo collegati tra di loro (baffi a parte, ovviamente)?

“Lo stile dei racconti s’ispira un po’ al “Romanzo in tre righe” di Felix Feneon, in cui si raccontano fatti di cronaca bizzarri ma realmente accaduti. Nel mio caso i personaggi sono di pura fantasia, tranne Camillo Golgi, il primo premio Nobel italiano per la medicina. La maggior parte delle storie è ambientata in Francia e il comune denominatore sono appunto barbe e baffi”.
Da cosa nasce questo interesse per i baffi?

“Come diceva Dalì: “senza baffi un uomo non è vestito correttamente”. Nel periodo vittoriano quasi tutti li portavano, così cercando tra i vari archivi fotografici d’epoca ho scoperto che c’è tutto un mondo dietro le barbe, una vera e propria filosofia di vita. Esistono diversi fan club della barba e con il ritorno della moda hipster, si vedono tanti ragazzini sfoggiare i loro primi barbigli. Nel mio immaginario baffi e barbe si trasformano ora in onde del mare, ora in nido per uccellini, in montagne da scalare o in buffi palloncini. I baffi sono stati per me un modo per sfogare la mia fantasia, ridare dignità maschile all’uomo depilato e riscoprire il portamento e lo stile di altri tempi”.

L'opera Baffi Leonini di Antonio Bonanno
L’opera Baffi Leonini di Antonio Bonanno

Se dovesse fare un disegno per rappresentare la donna siciliana, come lo farebbe?

“Anche se nel mio libro ritroviamo una donna con i baffi (la signora Montespan), non vorrei cadere nei vecchi stereotipi. Meglio raffigurare la donna siciliana come la vedo io: bella, fiera e di carattere come solo le donne del sud sanno essere”.

Dopo Mustacchi?

“Di prossima uscita in Francia e a seguire in Italia per le stesse case editrici un proseguo di Mustacchi: “Postiches” (Posticci), ovvero tutto quello che riguarda parrucche, parrucchini, capelli e toupet in genere. Il libro avrà lo stesso stile e formato del primo, ma sarà più rivolto al mondo femminile per i soggetti, quindi più poetico e onirico. Come diceva Joseph Addison: “Non c’è niente di più mutevole in natura delle acconciature delle signore”.

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