Testo dalla forza antropologica impressionante, questo “Foemina Ridens” di Giuseppe Fava, che introdotto dai toni comici dell’avanspettacolo lascia spazio ad autentiche perle di drammaticità. L’asservimento ai potenti, la schiavitù della civiltà moderna, l’oppressione tentacolare delle istituzioni e della mafia (dea della morte che aleggia presaga). E soprattutto, in macropiano, il rapporto tra uomo e donna, debolezze, nefandezze e amore, in un gioco perverso che mischia i ruoli. Ambedue carnefici e vittime, depositari di una cultura occidentale ma molto mediterranea, che subisce il condizionamento dei potenti e li fa apparire come pupi nelle mani del puparo, ad esporre diversi registri umani a seconda delle circostanze. Infatti i personaggi si chiamano Pupa e Orlando, ad esaltare di più la prorompente vitalità del testo due colossi del teatro catanese, Guia Jelo e Miko Magistro, perfetti e formidabili negli innumerevoli quadri che imbastiscono in veloci dissolvenze. Impeccabile la regia di Giovanni Anfuso nel pieno rispetto del furore del drammaturgo e giornalista catanese. Musiche originali di Mario Incudine, luci di Franco Buzzanca.
Al teatro Musco fino al 20 aprile
Recensione chiara ed incisiva in grado di trasmettere la vera essenza dello spettacolo.