Mikychef: La mia passione per la cucina tra ristoranti e set televisivi


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Micaela Di Cola in arte Mikychef. Foto Angelo Paternò

 Solare, intraprendente e creativa: il suo  nome è Micaela Di Cola, ma lei preferisce farsi chiamare Mikychef. È nata a Roma e la passione per la cucina è indubbiamente un gene di famiglia. Il suo talento e il desiderio di sperimentare l’hanno portata lontano dalla capitale. Oggi, infatti, è un executive chef tra Roma, Milano, Parigi, Saint Tropez e Bangkok. Mikychef è tra i professionisti del settore più richiesti dal mondo della televisione per curare programmi, pubblicità e fiction che toccano l’ambito culinario. Inoltre, è stata scelta come testimonial di un’importante pastificio a Tuttofood, in occasione dell’Expo 2015. Per conoscere meglio questa singolare chef romana e la sua seducente cucina tra tradizione e innovazione, Sicilia&Donna l’ha intervistata.

 

Intervista a Mikychef

L'arancino realizzato da Mikychef
L’arancino realizzato da Mikychef

 Insieme ad altri chef, è stata protagonista della manifestazione enogastronomica Chicchi,  riso e uva di Sicilia, che si è svolta  il 17 luglio alla Masseria Carminello di Valverde. L’evento era dedicato ad una delle specialità più apprezzate della cucina sicula: l’arancino. Ci parli della sua rivisitazione…

 “Ho scelto di portare un po’ della mia romanità in questa manifestazione in quanto ero l’unica Chef non siciliana. La versione che ho proposto è stata:
Arancina cacio e pepe con cuore di fiordilatte filante, su crema di pecorino tiepida, zeste di limone candite ed erbe aromatiche (origano fresco, timo, germogli di ravanello rosso). La meraviglia sta nel fatto che si ha una percezione organolettica sempre diversa ogni volta che si porta la pietanza al palato in quanto tutto cambia a seconda delle varie combinazioni che si presentano di volta in volta.”

Perché ha scelto la variante palermitana “arancina” invece di quella catanese “arancino”? Per i siciliani non è di certo un dettaglio da tralasciare, considerata l’accesa diatriba in corso…

“Si è scelto di assegnare a me la versione femminile per par condicio

 C’è qualche piatto tipico siciliano che predilige e che ama preparare?

Mikychef, unica donna tra gli chef che hanno partecipato a Chicchi, riso e uva di Sicilia
Mikychef, unica donna tra gli chef che hanno partecipato a Chicchi, riso e uva di Sicilia

“Indubbiamente la caponata, il cannolo, li elencherei tutti…sono troppo golosa, come faccio a scegliere!? Ma quel che prediligo è senza dubbio la lunga lista di eccellenze enogastronomiche per cui la Sicilia è famosa. Ho in programma un grande progetto che le accomunerà tutte. Sono innamorata della vostra terra.”
Parliamo della sua carriera che certamente non si limita al ruolo del classico chef. Quali strade ha intrapreso nel corso degli anni?

“In effetti il mio lavoro si divide tra la ristorazione e i set. Ma non amo le etichette, mi piace pensare che si tratti sempre e solo di CUCINA.”
Oltre ad essere executive chef, lei è anche consulente per start up di ristoranti. Che tipo di consulenza offre?

“Mi occupo di formare la brigata di cucina e la sala, di scegliere i fornitori, di redigere il menu: una consulenza chiavi in mano, come dico sempre!”

 Talento e intraprendenza l’hanno portata a lavorare come food stylist (o home economist, come preferisce qualcuno) per il mondo della televisione e della pubblicità, ad esempio per l’acqua Uliveto e per la fiction Mediaset “Benvenuti a Tavola”. Ci può spiegare qual è il suo compito?

“Il mio compito è quello di rendere il cibo appetibile, bello, desiderabile.  Sceglierlo e predisporlo nel migliore dei modi. Lo scopo è preparare un piatto affinché tramite la macchina fotografica o la macchina da presa risulti come se fosse stato appena preparato e soprattutto goloso.”
In un’epoca in cui in ogni ambito si punta sull’immagine, quant’è importante la presentazione estetica di un piatto? Quando possiamo definire un piatto veramente bello, oltre che buono?

“Prima di portarlo alla bocca, un piatto deve conquistarci visivamente. Deve farci pensare “voglio assaggiarlo”.  Amo dire che il bello in un piatto è un insieme di colori, di forme, di consistenze. Un tutto fatto di diverse sfumature.”

Nonostante la sua famiglia abbia aperto diversi ristoranti a Roma, lei ha deciso di allargare i suoi orizzonti e di girare il mondo. Cosa l’ha spinta in questa direzione?

“La cucina è condivisione e ricerca, per questo amo conoscere personalmente i miei fornitori, visitare le aziende, toccare con mano le piccole realtà. Questo mi ha portata ad uscire spesso dalle cucine e con i diversi set ho iniziato a viaggiare sempre più spesso ed è questa forse la parte più bella del mio lavoro.”

 

 

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