Cominciando a fare graffiti solitamente ci si sceglie un nome d’arte, una tag in gergo. C’è chi ne trova uno che ha un nesso con la proprio vita e c’è chi se lo inventa. MrPera, writer/ graphic designer, 31 anni e catanese, non appartiene a nessuna delle due categorie. “A me lo diedero gli amici, così per gioco”, spiega Francesco Barrera. “Inizialmente era solo Pera, poi ho sentito il bisogno di conferirgli un titolo e ho aggiunto Mr. L’ho fatto per sottolineare il suo, già ironico, carattere. La cosa bella, e che ribadisco sempre, è che è cominciato per gioco, senza un vero senso e ora racconta metà della mia vita”.
Quali sono gli artisti ai quali ti ispiri?
“Gli artisti che mi ispirano sono tantissimi, troppi forse per fare un elenco. E anche molto diversi tra loro. Studiando ho appreso tanto dal rinascimento e dai manieristi, ho amato le avanguardie di inizio ‘900, i muralisti messicani, l’art nouveau, ultimamente ho anche preso qualche spunto anche dalla mitologia greca. Poi seguo i graffiti a 360° e tutte le nuove espressioni che ne stanno derivando, la grafica e l’illustrazione e la motion graphic. Diciamo che gli spunti arrivano un po’ da tutte le parti, da qualunque cosa possa proiettare un’immagine. E’ successo chiacchierando con qualcuno o leggendo, è successo ascoltando musica o guardando un film.”
Quanto è cambiata la percezione di quest’arte a Catania da quando hai iniziato ad oggi?
“Sicuramente sono cambiate molte cose, quando ho iniziato io internet non era così accessibile come adesso. Ascoltavi la musica rap in cassette e poi in cd, vedevi le foto dei graffiti solo su riviste e gli strumenti di lavoro non erano come quelli di oggi, sia per numero che per qualità. Adesso è molto più facile approcciarsi a questo movimento e molti lo fanno davvero a caso. Così come ogni cosa anche le nuove tecnologie hanno pro e contro, bisogna ammettere quindi che hanno reso possibile un progresso tecnico e stilistico non indifferente che rende questa Città una presenza. Una delle cose importanti da analizzare secondo me sono le contaminazioni. Ognuno muove il suo stile in direzioni diverse, fuoriuscendo magari ogni tanto dal concetto classico di graffiti perchè a sua volta ha alle spalle un background e delle influenze diverse”.
E veniamo al writing che incontra la moda. Da dove nasce l’idea delle sneaker MrPera?
“I graffiti da molti anni ormai collaborano con altri campi, writer famosi offrono mano e cervello a grandi marchi di abbigliamento. Questa delle sneakers nasce da un’idea americana già conosciuta, con un amico abbiamo deciso di provare a rielaborare la cosa a modo nostro. E’ nata così una collaborazione con un negozio che si chiama dreamteam.”
Quali tecniche utilizzi?
“Solitamente realizzo una bozza con photoshop per dare al cliente un’idea sommaria della resa finale e poi le dipingo a mano con pennelli e colori acrilici per la pelle Made in America.”
Definendo la scarpa come una tela, come fai ad esprimerti in così poco spazio?
“Infatti è dura, paradossalmente impiego meno tempo a dipingere una tela vera e propria. Spesso mi ritrovo a realizzare delle vere e proprie miniature. Dipingere una scarpa è complicato e a tratti snervante, ha molte cuciture e insenature date dai vari pezzi di pelle sovrapposti. Inoltre il colore ha bisogno di più mani per essere perfettamente coprente.”
Sicuramente avrai molte richieste, quali sono quelle che ti hanno colpito di più?
“Sono state davvero poche, tra queste sicuramente ho apprezzato la richiesta di riprodurre il poster “Jordan wings” più che altro per un affetto personale per quell’immagine, poi mi è piaciuta parecchio anche l’idea di dipingere una scarpa come fosse un carretto siciliano per un ragazzo che da li a poco sarebbe andato in America. La verità è che la richiesta più bella è quella che devono ancora farmi.”
Hai mai pensato di utilizzare la tua arte anche su altri capi o accessori?
“Si, per un periodo ho lavorato su t-shirt. Mi hanno chiesto più volte di realizzare qualcosa anche su zaini e borse o su scarpe di altro genere, anche eleganti ma è una cosa che non è mai andata oltre.”
Bene un’ultima domanda, progetti per il futuro?
“I progetti per il futuro sono sempre tanti, ho parecchie idee che mi girano in testa. Ad un certo punto bisognerà dare forma a qualcuna di queste, fare in modo che prenda una sua identità. Decisioni di questo tipo sono spesso influenzate da incontri e collaborazioni produttive o da luoghi fertili quindi chissà. Sicuramente non abbandonerò la manualità e continuerò a lavorare con la pittura e il disegno ma sono convinto che arrivi qualcosa di nuovo che mi spinga in una nuova direzione, quale ancora non lo so.”
Accademia Euromediterranea Harimag
Scritto da Damiano Giocolano
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