Morto a 83 anni Bernardo Provenzano


Bernardo Provenzano

Si è spento questa mattina all’ospedale San Paolo di Milano il boss Bernardo Provenzano. Il capo di Cosa Nostra aveva 83 anni e, a causa di un cancro alla vescica, dal 2014 si trovava detenuto al regime di 41 bis nella struttura ospedaliera milanese.

Tutti i processi in cui era ancora imputato, tra cui quello sulla discussa trattativa Stato-mafia, erano stati sospesi perché l’uomo, sottoposto a varie perizie mediche, era stato ritenuto incapace di partecipare. La sua diagnosi più recente, infatti, parlava di “grave stato di decadimento cognitivo, lunghi periodi di sonno, rare parole di senso compiuto, eloquio assolutamente incomprensibile, quadro neurologico in progressivo, anche se lento, peggioramento”. Da alcuni anni l’avvocato del capomafia corleonese, Rosalba Di Gregorio, aveva chiesto, senza alcun successo, la revoca del regime carcerario duro e la sospensione dell’esecuzione della pena per il suo assistito, considerate le gravi condizioni di salute. L’ultima proroga del 41 bis è stata firmata dal ministro della Giustizia Andrea Orlando lo scorso aprile.

La morte di Provenzano, detto Binnu u’ Tratturi, è avvenuta a dieci anni esatti dal suo arresto, dopo una latitanza durata ben 43 anni. Il boss, considerato uno dei protagonisti più feroci e sanguinari della stagione stragista che cambiò la storia dell’Italia, era stato scovato nel 2006 in una masseria di Corleone, vicino l’abitazione dei suoi familiari. Ma l’arresto non era servito a chiarire i tanti misteri intorno alla sua figura. Inizialmente, i dubbi sulla sua interminabile fuga, in seguito l’ipotesi della sua resa e poi la lunga agonia in galera: il tentato suicidio con una busta di plastica, le innumerevoli cadute dal letto e le presunte botte che Bernardo Provenzano raccontava al figlio di aver ricevuto in carcere.

Riguardo la scomparsa del boss mafioso, oggi il presidente del Senato Pietro Grasso ha pubblicato sulla sua pagina Facebook: “dalla sua cattura è iniziata la speranza di un cambiamento fino ad allora ritenuto impossibile: l’impegno per distruggere il sistema Provenzano fatto di profitti illeciti e di illegalità diffusa, di corruzione e di collusione all’interno sistema politico, imprenditoriale e affaristico. Porta con sé tanti misteri, pezzi di verità che abbiamo il dovere di continuare a cercare. Il bisogno di verità e giustizia non muore mai”.

 

 

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