Rapporto Immigrazione: aumentano le donne


Il XXIII Rapporto Immigrazione, realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, dal titolo ‘Tra crisi e diritti umani’, presentato oggi nel capoluogo etneo, evidenzia l’aumento delle donne che arrivano nella nostra isola, un dato che nella sola provincia di Catania raggiunge il 54,8%.

Si diversificano, invece, le nazionalità: numerosi i rumeni, seguiti da marocchini, srilankesi e i cinesi; rappresentano il 2,8% del totale nazionale.

La provincia etnea registra comunque un calo di presenze: da quasi 26 mila residenti si è passati a circa 23 mila, prima dell’ultimo censimento nazionale del 2011.  Il numero di minori è pari al 2.710. Tra le nazioni prevalenti spiccano:  Romania, Sri Lanka, Mauritius, Cina. Non manca, tuttavia, qualche dato in controtendenza che riguarda i comuni di Giarre, 1230 presenze, il 55,7% composto da donne, e il comune di Mazzarone, 474 presenze, con un’incidenza del’11,7% sugli abitanti totali; a maggioranza uomini.

Altro elemento distintivo del rapporto riguarda la presenza di alunni stranieri. Le scuole della regione sono frequentate da 23.492 alunni con cittadinanza straniera concentrati soprattutto nelle primarie. Per Catania e provincia, in riferimento all’anno scolastico 2012/2013, si rileva un aumento del  12,3%  con 4.390 alunni stranieri presenti sul territorio; il 2,4% sul totale degli studenti. Infine, l’emergenza sbarchi. Sono stati oltre 30 mila gli sbarchi registrati sulle coste siciliane nel corso del 2013. Quanto ai richiedenti asilo nel 2013 in Italia si sono registrati 45.000 casi stando all’ultimo bollettino statistico di Eurostat. I paesi di provenienza sono: Somalia, Siria, Pakistan, Eritrea, Palestina. 8 mila le persone salvate solo nel mese di settembre, tra cui 1.400 bambini. Il maggior numero di domande sono state ricevute dalla Germania (127mila, pari al 29% del totale), seguita da Francia (65mila, 15%), Svezia (54mila, 13%), Regno Unito (30mila, 7%), Italia (28mila, 6%).

A riguardo, il direttore della Caritas Diocesana di Catania, don Piero Galvano, ha ribadito con forza la necessità di una maggiore responsabilità tra le parti: “Dobbiamo considerare il migrante come una risorsa e non come una minaccia, smettendola di dire che gli stranieri rubano lavoro. Poi c’è bisogno di più collaborazione con le istituzioni e soprattutto bisogna finirla di strumentalizzare i CIE e i vari CARA per finalità esclusivamente economiche. La Chiesa italiana e anche la Caritas ha ribadito in più occasioni che bisogna chiudere queste strutture. Serve  una politica organica sul diritto d’asilo per non delegare alle singole prefetture di Siracusa, Ragusa e Catania” ha concluso il Direttore della Caritas diocesana.

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