“Posti in piedi in Paradiso”, spiazzante quadro sociale


(Italia, 2012)

di Carlo Verdone con Carlo Verdone, Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Marco Giallini, Diane Fleri, Nicoletta Romanoff, Valentina D’Agostino, Nadir Caselli, Maria Luisa De Crescenzo, Giulia Greco, Gabriella Germani, Vanni Corbellini, Manuela Morabito

 

Chi spera di entrare in sala e staccare il cervello per un paio di ore rimarrà deluso. Si ride, è vero, per “Posti in piedi in paradiso” ma sono lacrime amare, contemporaneamente si ha sempre la consapevolezza del cinismo delle stesse risate.

È un film che disegna uno spaccato della società d’oggi.

Un discografico di successo (Verdone) travolto da onde sonore sintonizzate sui nuovi mercati; un imprenditore rovinato dal vizio del gioco e dall’azzardo in camera da letto (Giallini); un critico cinematografico (Favino) caduto in disgrazia con il proprio direttore per averne sedotto la moglie.

Tutti e tre hanno in comune la mancanza di denaro, la vita in precario equilibrio e gli alimenti da versare a fine mese alle ex mogli (sempre in ritardo). Dopo un incontro casuale, avvenuto durante la visita ad un appartamento in affitto, realizzano tutti e tre di aver bisogno l’uno dell’altro per avere almeno un tetto sotto cui vivere a basso costo. Inizia così la loro difficile convivenza.

L’ultima volta che abbiamo visto nelle sale cinematografiche una pellicola diretta e interpretata da Carlo Verdone fu all’inizio del 2010, quando Warner Bros Italia distribuì quell’Io, loro e Lara che, con un cast comprendente anche Laura Chiatti e Marco Giallini, vedeva l’amatissimo comico romano nei panni di un padre missionario in Africa di ritorno nella capitale tricolore a causa di un’angosciante crisi spirituale.

A distanza di due anni, ma sotto produzione  e distribuzione Filmauro , l’autore di veri e propri classici nostrani della risata su celluloide quali Un sacco bello (1980) e Bianco, rosso e Verdone (1981) torna davanti e dietro la macchina da presa.

Con il suo film, Carlo Verdone, prova ad affrontare il tema della crisi che attanaglia il nostro paese (e le sue ricadute sulla vita delle persone) da un punto di vista inedito. Non più le giovani generazioni sotto i riflettori, quindi, ma piuttosto adulti delusi, confusi e inaffidabili, attaccati a un passato che non esiste più o incapaci di gestire la propria vita nel presente. Incapaci, soprattutto, di recuperare, o anche semplicemente stabilire, un rapporto con dei figli che ci vengono programmaticamente presentati come più equilibrati di loro. Il dramma dei padri separati, della lontananza dai figli, della forzata separazione da quegli affetti che, a differenza dei disastrosi matrimoni che accomunano i tre protagonisti, restano scolpiti nella pietra e nel sangue, va a innestarsi sul tessuto di una crisi economica che crea con esso un mix terribile: la pura sussistenza diventa ardua, avere un piatto da mangiare non è più scontato.

Le parti più riuscite del film sono proprio quelle che vedono l’interazione dei tre nel vecchio appartamento preso in affitto, con il fatalistico pessimismo di Ulisse, la costante frustrazione e il nervosismo di Fulvio, la cialtroneria che nonostante tutto strappa risate di un Domenico che si rivela una “maschera” di approfittatore e arraffone perfettamente riuscita. Si ride a vedere le tragicomiche disavventure dei tre, e si ride anche quando fa il suo rocambolesco ingresso nella casa la Gloria interpretata da Micaela Ramazzotti. Dentro questa visione d’insieme, disincantata e a tratti feroce (climax raggiunto con la festa di compleanno della Ramazzotti) Verdone non ha più nemmeno bisogno di orchestrare farse e indossare maschere (come sempre felice la scelta dei volti): la realtà è diventata talmente iperbolica e sfasciata, deformata e finta, che è sufficiente rispecchiarla. Si ride di riflesso, ma guardarsi fa male. Quei posti in piedi sono per una intera società, quella di oggi.

Articolo Precedente Al Piscator il "monologo suonato" di Giorgio Rizzo
Articolo Successivo Il teatro in versi di Salvatore Camilleri

Scrivi un Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *