Al Piscator il “monologo suonato” di Giorgio Rizzo


CATANIA. Un “monologo suonato”, tra serio ed il faceto. Dichiarazione di un’ossessione di un percussionista delirante che dal ritmo del cuore costruisce il suo viaggio verso il ritmo, l’ascolto, l’ironia e l’antropologia del ritmo. Il soggetto in questione è Giorgio Rizzo che ha scritto I monologhi della Darboka, in scena venerdì 23 marzo al Teatro Piscator  di via Sassari 116 alle 21, per la regia di Paola Mandel, produzione di MotoMimetico. Accompagnato dalla sua amata Darboka, viaggia sul fiume di parole e di suoni primordiali e ancestrali, descrivendo il mondo dal punto di vista di chi del suono ne ha fatto “malattia”.

 

La Darboka è lo strumento per eccellenza del mondo medio orientale, unisce la musica nel mondo arabo, dalla Romania, Jugoslavia sino alla Grecia, alla Turchia ed oltre.

Percussionista multi Etnico, che da 15 anni si occupa di etnologia medio orientale, la sua formazione proviene da diversi maestri col quale ha studiato tra i quali: Glen Velez, Hossam Ramzy, B. ChemiraniLa sua tecnica prende spunto, per certi versi dalla tabla indiana, infatti viene chiamata tabla egiziana e dallo Zarb iraniano, con un approccio sempre legato ai movimenti ritmici Afro.

 

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