Catcalling: ecco le parole della violenza di genere da evitare


catcalling

Spesso le discriminazioni di genere sono più radicate e diffuse di quanto si possa pensare. Ancora oggi è comune assistere a episodi, espressioni o comportamenti di questo genere, sia nella vita di tutti i giorni che nelle narrazioni dei media.

Per far luce su questi fenomeni e proporre delle soluzioni linguistiche alternative, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, Babbel ha redatto l’approfondimento “Sessismo e linguaggio: le parole della violenza di genere”.

Catcalling: cos’è

Sia per una battuta, un fischio o un apprezzamento, la strada diventa spesso teatro di molestie per le donne. Il catcalling è un problema molto rilevante, dato che l’84% delle donne ne è stata vittima almeno una volta nella vita.

Il quadro è ancora più allarmante se si considerano le fasce d’età: il 79% ha subito una molestia prima dei 17 anni, il 57% prima dei 15 e il 9% addirittura prima dei 10 anni (dati Hollaback! – Cornell University).

Il linguaggio sessista è molto complicato da decostruire, essendo profondamente radicato nel modo di esprimersi. Oggi scambi di battute o frasi discutibili sono frequenti anche in rete, dato che il 25% delle ragazze subisce molestie online e il 26% è stata vittima di stalking sul web (dati Pew Research Center).

Un altro passo fondamentale consiste nel riconoscere tutti quei comportamenti e toni violenti che potrebbero sfociare in fenomeni più gravi: controllo, manipolazione, colpevolizzazione e altri tipi di violenza psicologica, che spesso sono le donne più giovani a subire (35% per le 16-24enni, contro una media del 26,5% – dati Istat), sono campanelli d’allarme da non sottovalutare.

Catcalling: come evitarlo

Ma quali sono le espressioni tipiche della violenza di genere, e come evitarle? Tra quelle più basic troviamo “Non fare la femminuccia?”, che lascia intendere che la fragilità e la sensibilità siano proprietà prettamente femminili e che potrebbe essere sostituita da un semplice “Non lamentarti troppo”. Altro caso è la frase “Guidi bene per essere una donna” che sembrerebbe sì un complimento, ma che dà per scontata la presunta incapacità di tutte le altre donne: in questo caso basterebbe limitarsi ad utilizzare la prima parte della frase.

Questi e altri esempi e approfondimenti sono disponibili online nello speciale realizzato da Babbel a questo indirizzo: it.babbel.com/identificare-discriminazione-di-genere-nel-linguaggio

Articolo Precedente Il cantautore siciliano Davide Shorty alla finale di Sanremo giovani
Articolo Successivo Piatti di pesce creati dallo chef Giorgio Abate per il Natale

Scrivi un Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *