Il SalinadocFest decreta i suoi vincitori


Uno ambientato a Napoli, l’altro a Mazara del Vallo. Vite a confronto, indagini intime. Sul gradino più alto del SalinadocFest salgono quest’anno i film documentari “Le cose belle” di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, e “Il limite” di Rossella Schillaci. Il festival organizzato da Giovanna Taviani, intitolato ‘Esercizi di resistenza”, premia da un lato lo sguardo attento di Ferrente e Piperno che raccontano quattro vite a confronto nella Napoli piena di speranza del 1999 ed in quella paralizzata di oggi.

 

La fatica di diventare adulti attraverso gli occhi di quattro ragazzi napoletani: Fabio ed Enzo, due maschietti dodicenni ancora bambini, e Adele e Silvana, due signorinelle quattordicenni. Quattro sguardi pieni di bellezza, tristezza, ironia, ingenuità, cinismo. E soprattutto radiosi di quella luce speciale che solo a quell’età possiede chi ancora sogna le cose belle. Dall’altro c’è la storia della nave Priamo di rientro a Mazara del Vallo. L’equipaggio si prepara a riabbracciare i familiari dopo tre settimane di pesca in alto mare tra Lampedusa, la Tunisia e la Libia. Sulla nave il capitano, il timoniere e il motorista sono italiani, mentre il capo-pesca e i due marinai sono tunisini. La storia parte da qui, dalla città che vanta la marineria più grande d’Italia nonché una folta comunità tunisina insediatasi tra le vie decrepite del centro storico, chiamato ironicamente la “Casbah”. A “Le cose belle” è andato il Premio Tasca d’Almerita, a “Il limite” il Premio Signum del Pubblico.

I premi sono stati assegnati dalla montatrice Ilaria Fraioli, dalla scrittrice Lidia Ravera, dal direttore del FIDMarseille Jean Pierre Rehm e dai registi Gianfranco Rosi e Daniele Vicari. “Il documentario è davvero popolare. Racconta alla gente la realtà – ha detto Beppe Fiorello, ospite della manifestazione – Per questo sono stato felice di accettare l’invito di Giovanna Taviani, felice di esserle vicino in questo momento di grande difficoltà per la cultura e per la Sicilia”. Il salinadocfest è, infatti, stato “compresso” a soli quattro giorni per mancanza di fondi.

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