“Catania, arte di cui cibarsi”


Definirla eclettica risulta riduttivo, tanto quanto circoscriverla dentro un “brava”. Viste le sue origini, non si può che definirla Vulcanica. Questa è Alessandra Costanzo: un mix di catanesità, arte, cultura, studio, voglia di fare, arte recitativa ad altissimi livelli e molto altro ancora.

Tutte queste definizioni servirebbero, probabilmente, a darne un’idea, nessuna a definirla veramente. D’altronde come si fa a definire una persona in poche parole? Compito arduo, soprattutto se si tratta di un’attrice come Alessandra.

In tour per l’Italia con “Sugo Finto” uno spettacolo che al primo impatto riserva riso, pur sottolineando il quotidiano di due donne, due sorelle, totalmente differenti l’una dall’altra, così diametralmente opposte che vien da chiedersi perché le due continuino ad abitare sotto lo stesso tetto.

Una risposta vera e precisa esiste, ma prende forma solo con l’evolversi dello spettacolo che riserva delle sane risate, conducendo lo spettatore per mano verso  le sue pieghe drammatiche che si riveleranno, poi, il vero perno di tutto.

Alessandra Costanzo e Paola Tiziana Cruciani interpretano le due sorelle ed è una bella visione di vera recitazione, quella che allarga il cuore e ti conduce all’immersione totale: l’intervallo, pertanto, risulta una vera crudeltà verso lo spettatore.

Catanese doc trasferita a Roma da anni, cosa significa per lei, ritornare a Catania?

“Anche se vivo a Roma da 30 anni, per me Catania è sempre Catania, è una fonte inesauribile di cultura e talento, basta passeggiare per la nostra città per accorgersene. Catania è indubbiamente arte di cui cibarsi”.

La sua peculiarità è il saper passare dal riso al pianto, qualità che non è appannaggio di tutti.

“Questo possiamo definirlo una sorta di dono, come avere un ottimo orecchio se sei un musicista. Bisogna avere i giusti tempi comici, per dire la battuta giusta che susciti ilarità, se faccio una linguaccia o scivolo su una buccia di banana so già che farò ridere, ma i tempi comici sono un’altra cosa”.

Da tre anni gira l’Italia con Paola Tiziana Cruciani e lo spettacolo “Sugo Finto” che tutto ruota attorno alla storia di due sorelle, totalmente differenti l’una dall’altra. Com’è, invece, la vostra convivenza?

“Dopo tre anni, con Paola basta un gesto per capirci, per intuire, anche in scena può capitare un qualsiasi momento di difficoltà, anche quello che allo spettatore può sembrare una situazione di scena. Praticamente ci sosteniamo a vicenda, visto, soprattutto, che in questi tre anni i piccoli “incidenti” non sono mancati”.

Televisione e teatro: se la ponessero davanti ad una scelta cosa sceglierebbe?

“Sono due mondi totalmente differenti, il teatro è il rapporto quotidiano con il pubblico, è   l’arricchimento personale e anche dello stesso testo teatrale. La televisione è diversa, non c’è il pubblico con il quale interagire, ma sussiste il dovere di fare bene il proprio lavoro, il fatto che puoi ripetere una scena non ti autorizza ad un lavoro poco curato. Difficile scegliere, ma il teatro rimane il mio primo amore”.

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