Etna, tutte le eruzioni che verranno


Tra le 7 e le 35 eruzioni all’anno per i prossimi 10 anni, con la stima migliore intorno ai 17 eventi eruttivi l’anno. E’ quanto si puo’ ipotizzare circa l’attivita’ vulcanica dell’Etna, secondo studi condotti dall’Ingv sulla possiibilita’ di prevedere gli eventi eruttivi che si manifesteranno dai crateri sommitali del vulcano siciliano. Studi che puntano anche a capire quali siano le probabilita’ che il piu’ grande vulcano attivo d’Europa produca delle eruzioni laterali, sui fianchi del vulcano, esponendo al rischio paesi e citta’ densamente popolati. Il tutto, pero’, sapendo bene che al momento prevedere in largo anticipo quando ci sara’ la prossima eruzione e’ ancora impossibile all’Etna, come in qualsiasi altro vulcano del mondo. Ad ogni modo, grazie al progresso delle ricerche in vulcanologia si puo’ stimare sia il numero di eventi attesi sia dove essi avverranno, analizzando con metodi statistici l’attivita’ eruttiva storica di un vulcano.

Ed e’ stata appunto questa l’analisi fatta per l’Etna dai ricercatori Annalisa Cappello, Giuseppe Bilotta, Marco Neri e Ciro Del Negro (Universita’ di Catania e Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – INGV), e presentata nell’articolo scientifico intitolato “Probabilistic modeling of future volcanic eruptions at Mount Etna” recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Journal Geophysical Research – Solid Earth. L’analisi statistica e’ stata sviluppata prendendo in considerazione i dati storici dell’attivita’ eruttiva dell’Etnariguardanti gli ultimi quattro secoli ed esaminando in dettaglio le loro diverse distribuzioni spaziali e temporali. A uno degli autori, il dirigente di ricerca Ciro Del Negro dell’INGV, chiediamo quali sono i risultati piu’ interessanti della ricerca ai fini della prevenzione. A cominciare dalla domanda se per quanto riguarda l’attivita’ eruttiva dei crateri sommitali dell’Etna sia possibile dedurre quante eruzioni possono avvenire, per esempio, nei prossimi dieci anni. “L’analisi statistica effettuata sull’attivita’ eruttiva sommitale dell’Etna ha mostrato un aumento progressivo – risponde il ricercatore -, sia in frequenza sia in intensita’ dei fenomeni, negli ultimi 100 anni. In particolare, l’analisi combinata di tutta l’attivita’ sommitale ha permesso di stimare che avverranno tra 7 e 35 eruzioni all’anno per i prossimi 10 anni, con la stima migliore intorno ai 17 eventi eruttivi l’anno”. Questi risultati “sono profondamente influenzati dalla recente nascita del cratere di sud-est, che dal 1971 in poi ha marcato un significativo cambiamento nell’attivita’ dell’Etna, concentrata principalmente su questa nuova bocca sommitale: nel giro di una quarantina d’anni il cratere di sud-est ha, infatti, generato piu’ eventi eruttivi di quanti ne abbiano prodotti, insieme, il cratere centrale ed il cratere di nord-est in piu’ d’un secolo”. Considerando individualmente i crateri sommitali, si ottiene per il cratere di sud-est una stima di circa 22 eventi eruttivi l’anno (quasi due al mese) nel prossimo decennio, laddove il cratere centrale produrra’, forse, un evento ogni due anni ed il cratere di nord-est fra 1 e 2 eventi l’anno. Per quanto riguarda, invece, le piu’ insidiose eruzioni che avvengono sui fianchi del vulcano, quali sono i versanti piu’ esposti e, anche in questo caso, qual e’ la frequenza degli episodi eruttivi? “Fortunatamente – dice Ciro Del Negro – le eruzioni laterali, che sono le piu’ pericolose per le popolazioni che vivono sui fianchi del vulcano, sono anche significativamente meno frequenti di quelle sommitali. Proiettando i risultati della nostra analisi ai prossimi 10 anni, abbiamo ottenuto una stima che varia da meno di un’eruzione ogni 6 anni a poco piu’ di un’eruzione ogni 4 anni. La stima piu’ ragionevole e’ di poco piu’ di un evento eruttivo laterale ogni 5 anni e, quindi, 2 o 3 eventi nei prossimi 10 anni”. In termini di distribuzione spaziale delle eruzioni laterali, il ricercatore sottolinea che il fattore maggiormente determinante e’ certamente la quota, con la probabilita’ piu’ alta di eruzioni concentrata sopra i 2500 metri sul livello del mare. Al di sotto di questa quota, il versante con maggiori probabilita’ di apertura di nuove bocche eruttive laterali e’ quello nord-orientale, seguito dal versante meridionale, che corrisponde anche al versante piu’ urbanizzato del vulcano.

 

 

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