Emanuela Pistone: La multiculturalità è un dato di fatto


emanuela pistone
Nella FOTO a partire da sinistra: le collaboratrici dell’associazione Nosiba Hider (Sudan), Nancy, Emanuela, il direttore artistico e presidente dell’associazione Emanuela Pistone, la cuoca di Isola Quassùd Home Restaurant Sonia (Perù), le ragazze dell’IPSSEOA con la loro prof.ssa Graziella Guerrera, Mithat (Egitto)e in seconda fila da sinistra, Mustafa (Egitto), Mustafa Abdelkarim (Sudan), Mohamed (Egitto) e Diallo (Senegal), tutti membri e protagonisti di Isola Quassùd Liquid Company. Foto Brunella Bonaccorsi

Tra gli odori stuzzicanti dell’aperitivo multietnico preparato dai cuochi-performer di Isola Quassùd Home Restaurante e la partecipazione delle eleganti ragazze dell’Istituto Alberghiero IPSSEOA Karol Wojtyla di

Emanuela Pistone. foto Brunella Bonaccorsi
Emanuela Pistone. foto Brunella Bonaccorsi

Catania, accompagnati dal suono delle percussioni e della voce dei ragazzi della Liquid Company che hanno improvvisato una breve performance, si è svolta la conferenza stampa di introduzione al programma di Life is Beautiful Project. Il progetto è stato presentato al Teatro Machiavelli di Palazzo San Giuliano a Catania dall’Associazione Isola Quassùd, vincitrice del bando MigrArti promosso dal MIBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del Turismo). Direttore artistico del progetto, l’ideatrice e fondatrice della stessa associazione, la regista e attrice catanese Emanuela Pistone che segue, in questo nuovo percorso, una perfetta linea di continuità votata all’integrazione e all’interculturalità per cui si batte da oltre 11 anni. L’elaborazione progettuale è stata realizzata grazie alla collaborazione di Corrado Russo.

 

Intervista a Emanuela Pistone

 

Prima di presentare il programma di Life is Beautiful Project, illustriamo la storia e l’attività dell’associazione Isola Quassùd.

Un momento della conferenza stampa e presentazione del progetto
Un momento della conferenza stampa e presentazione del progetto

 “Isola Quassùd nasce a Catania nel 2004 da una personalissima passione per le culture africane, sviluppata sin dai primi anni della mia lunga permanenza professionale a Roma e dopo un significativo viaggio in Sudafrica nel ‘94.  L’associazione ha sempre messo al centro delle proprie attività i giovani migranti e i giovani di seconda generazione come soggetti attivi per incrementare lo scambio tra civiltà e la conoscenza delle culture altre attraverso spettacoli, readings, laboratori, seminari, corsi di formazione, lezioni di lingue, attività creative in genere. Grazie a  collaborazioni con le Facoltà di Lingue e di Lettere dell’Università di Catania, con realtà teatrali come il Teatro Club di Nando Greco, la rassegna Gesti di Gugliemo Ferro, l’associazione Ingresso Libero fondata da Lamberto Puggelli, ho messo in scena diversi spettacoli tratti da autori africani contemporanei, interpretati da attori africani e italiani, professionisti e non. Uno per tutti, A spasso con Daisy che mi ha dato il privilegio di dirigere la grande Ida Carrara

Alla fine della conferenza stampa i ragazzi di Isola Quassud hanno intrattenuto i presenti. Foto Brunella Bonaccorsi
Alla fine della conferenza stampa i ragazzi di Isola Quassud hanno intrattenuto i presenti. Foto Brunella Bonaccorsi

insieme a Rufin Doh Zeyenouin, un magnifico attore ivoriano. Attraverso poi l’esperienza dei laboratori teatrali ho maturato una certa esperienza con culture diverse, sperimentando il metodo dell’improvvisazione guidata che favorisce la libera espressione di ognuno.  A Isola Quassùd ci si è sempre incontrati come persone, e come persone si è costruita una vita assieme. Grazie all’intercessione dei primi ragazzi entrati in associazione, come Badou e Mansour Gueye, mi sono guadagnata la fiducia di tanti altri giovani stranieri che avevano inizialmente diffidenza nei confronti di una bianca, europea e per lo più donna. Nel 2013, in seguito al tragico sbarco del 10 agosto al lido Verde della Playa (e poi la Tragedia di Lampedusa del 3 ottobre), fui sollecitata da una grande persona, l’eritreo Abdel Fetah, ad offrire la possibilità a quei ragazzi – tutti minorenni egiziani –  di distrarsi dalla loro condizione. Così assieme agli amici artisti Riccardo Insolia, Andrea Maccarrone, Cinzia Caminiti, Roberto Fuzio, Baye Gaye abbiamo avviato percorsi informali di preparazione alla musica e al teatro. Parallelamente, con la collaborazione della mediatrice culturale Maria Sanfilippo che mi faceva incontrare alcuni studenti universitari stranieri, nasceva la Liquid Company. Il 10 novembre 2013, grazie a Corrado Russo allora direttore di Viagrande Studios, debuttavamo con il primo studio di un progetto triennale:  Life is beautiful – Un rito di comunione per le vittime del Mediterraneo in apertura allo spettacolo della grande performer sudafricana Mamela Nyamza che ha simbolicamente tenuto a battesimo la compagnia.  Quel progetto è ancora in corso, due di quei giovani egiziani sono tutt’ora parte integrante dell’associazione così come quasi tutti quegli

Foto Brunella Bonaccorsi
Foto Brunella Bonaccorsi

studenti universitari, ai quali si sono aggiunti altri giovanissimi. Adesso, grazie all’importante riconoscimento del MIBACT, avremo modo di avviare un nuovo work in progress, accogliendo altri interpreti e trattando nuovi argomenti. Isola Quassùd Home Restaurant è l’ultimo progetto avviato, nato dalla sollecitazione dei ragazzi della compagnia teatrale. Da fine gennaio, ogni fine settimana, offriamo ai nostri soci le “Ricette dal Mondo di Isola Quassùd” condite dalle improvvisazioni dei cuochi-performers della Liquid Company”.

Quali saranno le attività previste in Life is Beautiful project?

 “Innanzitutto grazie all’organizzazione tecnica di Corrado Russo, alla preziosa collaborazione di Nancy D’arrigo,  e alla partecipazione del Comune di Catania, dell’ Assessorato ai Saperi e Bellezza Condivisa, di CASA DEI POPOLI Progetto Immigrati, di Catania Città Metropolitana, dell’ Università degli Studi di Catania, di Co.SM.ICA (Centro per gli Studi sul Mondo Islamico Contemporaneo e l’Africa), del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, di Radio Zammù, dell’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Enogastronomici e dell’Ospitalità Alberghiera Karol Wojtyla di Catania, e dell’Associazione Culturale Ingresso Libero, nostri partner che hanno aderito al progetto con entusiasmo e grande disponibilità.

Si continuerà, visto che abbiamo già cominciato a marzo, con il laboratorio interdisciplinare di teatro, movimento e musica dal titolo I HAVE A DREAM, che conduco con la collaborazione di Luca Zarbano, musicista. Il laboratorio è

Il progetto di Emanuela Pistone vede la collaborazione di Radio Zammù
Il progetto di Emanuela Pistone vede la collaborazione di Radio Zammù

rivolto a 15 giovani stranieri e italiani tra i 18 e i 35 anni e si concluderà, nella sua prima fase, a Luglio di quest’anno. L’obiettivo è arrivare a una performance compiuta, entro la fine del 2017, attraverso diversi steps che verranno presentati al pubblico, periodicamente.

3 workshop intensivi di espressione corporea, performing art e narrazione rivolti ognuno a 15 giovani stranieri e italiani tra i 18 e i 35 anni, che arricchiranno il laboratorio interdisciplinare. Ognuno dei workshop avrà una dimostrazione finale aperta al pubblico. Saranno condotti da:

–             Rufin Doh Zeyenouin, attore ivoriano, che si dirigerà uno studio sul gesto teatrale emotivo e sulla differenza tra questo e il semplice movimento; l’appuntamento è previsto dal 5 all’8 maggio

–             Mamela Nyamza, danzatrice e performer sudafricana di fama internazionale, che proporrà il suo laboratorio dal titolo Transforming tools of oppression into expression of innovation and vision a fine luglio. La collaborazione di un’artista come Nyamza, che ha tenuto a battesimo la prima esibizione della Liquid Company, e che collaborerà alla realizzazione della messa in scena di fine luglio, è per noi un sogno diventato realtà

–             Christian Di Domenico, regista, attore, grande narratore e autore della trasposizione teatrale di “Nel mare ci sono i coccodrilli – La vera storia di Enaiatollah Akbari” dal romanzo di Fabio Geda,  che terrà un workshop sulle tecniche della narrazione, previsto dall’11 al 16 luglio.

Foto Brunella Bonaccorsi.
Foto Brunella Bonaccorsi.

 Importantissimi gli incontri di cucina interetnica Food&Culture che si terranno tra i cuochi-performer di Isola Quassùd guidati da Sonia Zennaro e i ragazzi del l’IPSSEOA “Karol Wojtyla” di Catania. Gli incontri si alterneranno alla rappresentazione di “Life is Beautiful – Un rito di comunione per le vittime del Mediterraneo”: il 13 e il 20 maggio presso la sede di Ognina, il 27 maggio nel plesso di Monte Po in chiusura della settimana della cultura. L’ istituto, che conta 2187 iscritti, è la scuola col maggior numero di presenze straniere della città di Catania.

 Infine, Intersezioni africane: trasmissione radiofonica in quattro puntate che verrà trasmessa su Radio Zammù nel mese di maggio. La trasmissione vedrà la partecipazione degli studenti della Facoltà di Scienze Politiche di Catania che stanno già conducendo un lavoro di ricerca giornalistica su politica e attualità africane, mentre i membri della Liquid Company, guidati da Emanuela Pistone, prenderanno parte alla sezione relativa alla narrazione, alla lettura di testi di autori africani e alla musica. Preziosi collaboratori sono Mustafa Abdelkarim, giovane poeta sudanese già membro della compagnia, e Nosiba Hider, studentessa universitaria sudanese de La Sapienza che ha scelto la nostra associazione per venire a svolgere il proprio tirocinio formativo universitario”.

Quando si parla d’integrazione culturale, molto egoisticamente, si pensa sempre a quanto possa essere difficile, per noi, venire a contatto con le altre realtà e culture. Quanto è difficile, invece, per l’altro? Cosa appare davvero incomprensibile, per loro, del nostro modo di vivere?

 “Questo è un discorso davvero complesso. In linea di massima tutte le persone che arrivano in un altro mondo inevitabilmente soffrono di uno scollamento dal proprio sistema sociale. Viene a mancare una serie di riferimenti che struttura la vita sociale, le relazioni umane. La prima difficoltà che incontrano, come ho potuto notare negli anni, è quella di capire come funzionano le regole di questo mondo che ha fatto conquiste innegabili su diritti umani e su tanti altri fronti,  però è anche vero che la nostra realtà non corrisponde a quella teorizzata.  Basti pensare ai principi sanciti dalla nostra meravigliosa Costituzione. E allora capita che questi ragazzi si sentano disorientati, per esempio,  se una persona viene scippata per strada e nessuno corre ad aiutarla; si meravigliano dell’indifferenza nei confronti dell’altro, provenendo da un tessuto sociale dove il vicino di casa o la persona che si incontra per strada è, comunque, Persona. I nostri modelli vanno disgregandosi, la nuova società è multiculturale. Non è una scelta è un dato di fatto, non c’è nessuna seconda possibilità. Si dovrebbe semplicemente prendere atto di questa situazione, economicamente socialmente, politicamente, e giuridicamente. Il movimento migratorio è un carattere distintivo di tutta l’umanità non è più possibile definire lo stato di fatto come un’emergenza. E le nostre responsabilità sono chiare ed evidenti: abbiamo spogliato nei secoli questi paesi che oggi, a buon diritto, vengono a cercare quel benessere che ci siamo costruiti grazie al furto”.

A proposito di questo, non si crea in loro una sorta di risentimento nei nostri confronti?

“Chi si accosta a una realtà creativa come la nostra quasi sempre riesce a leggere la realtà in maniera approfondita e consapevole. Alcuni ne hanno gli strumenti, altri meno. Tutti, nessuno escluso, hanno subito un forte disorientamento, ma tutti sono mossi da un sogno e aspirano solo, sinceramente, ad una vita migliore. Tutti hanno un attaccamento fortissimo alla propria famiglia e alla propria terra, un senso d’appartenenza e un orgoglio per il proprio paese che, mi sembra, i nostri ragazzi hanno totalmente perso. Da loro imparo, quotidianamente, a spostare il mio punto di vista sulle cose e sul mondo”.

L’integrazione può avvenire?

“Certo che sì!  Noi ci crediamo moltissimo. Quando qualcuno incontra noi e il nostro lavoro e ci dice: “Questa è la vera integrazione” ci fa il più gran regalo e ci spinge a continuare. Siamo un modello microscopico ma abbiamo la forza del sogno. Sì, we have a dream”

 

 

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