Jazz Factory Big Band “infiamma” Messina


Otto strumentisti Jazz toccano le corde dell’anima. Gli otto musicisti siciliani che compongono la scoppiettante “Jazz Factory Big Band” (il siracusano Rino Cirinnà al sax tenore; il compositore Orazio Maugeri al sax contralto; Dino Rubino, anche eccezionale pianista, qui alla tromba; new entry Gianni “Joe” Morello – tromba; Camillo Pavone al trombone; il più giovane, oltre che new entry, Seby Burgio al piano; Nello Toscano, compositore catanese e fondatore della Bigband, al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria) si sono esibiti al “Centro Multiculturale Officina” di Messina.

 

L’occasione era la rassegna “Off in Jazz”, curata da Antonella Casuscelli e Mimmo Papa che è il direttore artistico e che ha ingaggiato, quest’anno per la Seconda Edizione, grandi nomi della musica internazionale.

 

 “A noi piace molto stare insieme” – rivela in una nostra intervista dopo il concerto il sassofonista Cirinnà. Del resto, l’ambiente del Jazz è quello più sano in assoluto”.

Gli artisti della “Jazz Factory Big Band” sono uomini di vasta cultura musicale e suonano in prima assoluta tutti insieme a Messina, “realizzando non più di 2-3 concerti l’anno con questo ensemble”, come riferisce Cirinnà. Insomma una chicca per la città dello Stretto. Spaziano in un repertorio che si immerge nell’autorevole tradizione Jazz, con gli arrangiamenti di Gabriele Comeglio, curando il dialogo tra uno strumento e l’altro e l’interpretazione caratteriale e suggestiva di ognuno.

Così il gruppo apre il concerto con l’irresistibile pezzo dall’inflessione gospel “Sister Sadie” di Horace Silver, ispirata a questo importante compositore jazzista che ha usato, per la prima volta in quest’occasione, tre/quattro fiati. Lo standard jazz “Blue Bossa” di Kenny Dorham, trombettista e compositore americano, ha esaltato lo strepitoso connubio dell’ottetto con virtuosismi incalzanti e vivaci. Poi, altri due standard jazz di grande tecnica del singolo e del gruppo: “Work song”, molto d’atmosfera, anni Sessanta, composto da Nat Adderley e suonato da tante band dell’epoca dove anche Nat si esibiva con il fratello Julian; e “Body Soul”, un brano popolare anni Trenta, scritto da Johnny Green. A concludere la prima parte, è stato “Four” del Maestro Miles Davis, interpretato da un sempre più caldo gruppo di talenti. Il Jazz moderno ha fatto da padrone in tutto il concerto e, anche in seconda parte, colpisce con Davis e la sua “Milestones”, conosciuta come l’unica prova discografica in studio del suo sestetto. Infine, una bellissima esecuzione di “Song for my father”, classica bossa nova con un richiamo portoghese di Horace Silver. 

.

“Sicuramente – dice Cirinnà sempre a quattr’occhi, dopo lo spettacolo – realizzeremo un’incisione discografica del concerto di stasera. Per i Festival di Jazz, è più complicato spostarsi in ottetto ma, per esempio in estate dal 17 al 19 luglio, con alcuni di loro (Rubino e Toscano) ed altri professionisti, parteciperò al Festival Jazz e Rock di Malta”. 

Articolo Precedente Aperto il bando per il concorso fotografico "Guardami"
Articolo Successivo Un miliardo di donne danzano per dire no alla violenza

Scrivi un Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *