Pulvirenti, Gasparin, Maran: “La storia siamo noi”


Il Calcio Catania ieri ha superato se stesso: è entrato nella storia del calcio italiano, ormai manca un ultimo sforzo e sarà leggenda. La vittoria contro il malcapitato Siena ha lanciato la squadra di Rolando Maran oltre il tetto dei 50 punti e ancora mancano tre partite alla fine. Mai, nessuno, aveva fatto meglio. Il Catania dei record della gestione di Vincenzino Montella si era fermato a quota 48. Un campionato, quello di appena un anno fa, straordinario, viene riposto in archivio, tra i ricordi belli perchè il presente è ancora più bello.

Sergio Gasparin, elegantisismo amministratore delegato del club etneo, sgrana  gli occhi azzurri e non trattiene il sorriso. “Siamo la storia”, dice. Risponde così, con il garbo che lo contraddistingue, a chi, padre-padrone fino a pochi mesi fa di questa società, diceva che chi era arrivato aveva trovato tutto pronto. Molto sì, di certo, tutto no. Il tutto si costruisce giorno dopo giorno, dando continuità e valore a quanto di buono è stato fatto ieri e l’altro ieri. Gasparin, da questo punto di vista, è stato bravo ad ottimizzare e valorizzare ulteriormente il trend già positivo del Calcio Catania.

 

Anche Rolando Maran, con garbo e modestia, ha allontanato, partita dopo partita, il fantasma di Montella. “La squadra gioca bene perchè è la stessa del vecchio allenatore”, si diceva nelle prime giornate. Maran si è “smontellizzato” senza rivoluzioni, ha plasmato in modo diverso il gioco e la mentalità dell’organico senza fare rivoluzioni.

Se con Montella era un piacere vedere giocare il Catania, adesso è un divertimento, anche se resta la rabbia per i troppi punti regalati un po’ per ingenuità e altri persi per clamorose decisioni arbitrali, soprattutto contro le grandi. Juventus, Milan e Inter, tanto per fermarci qui, hanno ottenuto molto di più di quello che avrebbero meritato sul campo e con appena qualche risultato positivo in più i rossazzurri sarebbero in ben altra posizione in classifica. Ma la palla rotola, continua la sua corsa in avanti e Nino Pulvirenti, che in dieci anni ha portato un anonimo club di serie b senza patrimonio calciatori e senza un euro in cassa ad essere una delle società-modello della serie A, con investimenti immobiliari, lo sa benissimo.

Il Catania stagione 2013-2014 sarà diverso e uguale da questo. Ne siamo sicuri. Perderà qualche pezzo pregiato, ma già ha in casa i sostituti. Se dovesse andare via Andujar, Frison ha già i guanti caldi per sostituirlo. Se il papu Gomez sarà attirato dalle sirene milanesi o madrilene avrà in Castro un degno sostituto. Barrientos e Bergessio sono anche loro già nella storia del Catania, atleti e uomini sui quali aveva scommesso la dirigenza di ieri, è vero, ma messi in condizione di esaltarsi sul campo come prima non erano riusciti a fare dall’attuale staff tecnico.

In questo quadro dispiace che il Palermo respiri l’aria pesante della serie B. Zamparini ha fatto un tardivo mea culpa, inutile. Dalle serie inferiori segni di vitalità di Trapani e Messina: le nuove generazioni societarie avanzano. Meglio così.

 

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